Lo screening cervicale è fondamentale per identificare e trattare precocemente il cancro del collo dell’utero. Questo test consiste nel prelevare un piccolo campione di cellule dalla superficie della cervice della donna, permettendo diagnosi tempestive e interventi mirati.
Secondo il National Cancer Institute, un programma regolare di screening può ridurre l’incidenza e la mortalità del cancro cervicale fino all’80%. È un dato straordinario che sottolinea l’importanza della prevenzione.
Negli Stati Uniti, nel 2019, sono stati diagnosticati 13.170 casi di cancro cervicale e circa 4.250 donne sono decedute a causa di questa malattia. Tuttavia, grazie ai progressi nei metodi diagnostici e terapeutici, la mortalità per cancro cervicale continua a diminuire di circa il 2% ogni anno.
Cancro cervicale
Il cancro cervicale si sviluppa nella cervice, la parte inferiore dell’utero che si collega alla vagina. Questa area ha una forma conica e può essere facilmente esaminata tramite screening.
La causa principale del cancro cervicale è l’infezione da papillomavirus umano (HPV), presente in circa il 99% dei casi. Anche se la maggior parte delle infezioni da HPV non conduce al cancro, la presenza di questo virus rappresenta il più significativo fattore di rischio.
Lo screening è in grado di identificare cellule anomale. Se ulteriori test confermano la presenza di cellule cancerogene, è possibile intervenire tempestivamente per prevenire lo sviluppo del cancro.
In genere, ci vogliono dai 3 ai 7 anni affinché anomalie «di alto grado» si trasformino in cancro cervicale.
Test di screening
Lo screening per il cancro cervicale può includere il test per l’HPV, il Pap test o lo striscio e la citologia a base liquida, un’alternativa al Pap test. Durante la visita, il medico può anche eseguire un esame fisico del bacino.
La citologia a base liquida (LBC) prevede l’inserimento di uno speculum nella vagina, seguito da un raschiamento della cervice con una piccola spazzola per raccogliere le cellule. Questo campione viene poi inviato in laboratorio per l’analisi.
Il Pap test, sviluppato dal medico greco George Papanicolaou, richiede l’inserimento di uno speculum per accedere alla cervice e prelevare un campione di cellule. Anche in questo caso, le cellule vengono analizzate in laboratorio per identificare eventuali anomalie.
I risultati possono richiedere fino a 3 settimane per essere pronti.
Studi recenti dimostrano che entrambi i test sono efficaci, e molte strutture sanitarie stanno integrando l’analisi LBC con il tradizionale Pap test.
Cosa significano i risultati
I risultati dello screening cervicale possono essere normali, non chiari o anormali.
Normale: non ci sono stati cambiamenti cellulari sulla cervice.
Non chiaro: le cellule appaiono anomale, ma il patologo non è in grado di determinare se vi siano cambiamenti significativi. Queste anomalie possono essere associate all’HPV, a infezioni, alla gravidanza o a variazioni ormonali.
Anormale: ci sono cambiamenti identificabili sulla cervice. Tuttavia, non tutte le cellule anormali indicano la presenza di cancro. Sarà necessario effettuare ulteriori test per confermare la situazione.
Un risultato non chiaro implica che ci siano cellule che potrebbero rientrare nella norma e probabilmente si risolveranno spontaneamente. È probabile che il paziente venga invitato a ripetere il test dopo sei mesi.
L’erosione cervicale, nota anche come ectropion, può causare risultati ambigui. Questa condizione, comune tra le donne che assumono la pillola anticoncezionale o durante la gravidanza, potrebbe manifestarsi con leggeri sanguinamenti post-coitali. Nella maggior parte dei casi, non richiede alcun trattamento.
Risultati anormali
Un risultato anormale significa che il patologo ha riscontrato cambiamenti cellulari sulla cervice, ma questo non implica necessariamente la presenza di cancro. La maggior parte dei casi di anomalie cellulari non è cancerosa.
Le modifiche anormali sono frequentemente causate dall’HPV. Se le anomalie sono «di basso grado», sono meno preoccupanti, mentre se sono «di alto grado», richiedono maggiore attenzione. Le alterazioni minori tendono a risolversi senza intervento.
Le anomalie più gravi possono evolvere in forme cancerose se non trattate. Questi cambiamenti sono etichettati come «precancerosi». È cruciale che il paziente segua le indicazioni del medico per evitare progressioni indesiderate.
Ulteriori test saranno necessari per confermare l’eventuale presenza di neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN), che indica la presenza di cellule precancerose. È importante notare che questo non significa che ci sia un cancro cervicale già in atto.
I risultati possono indicare:
- CIN 1 (cambiamenti cellulari lievi): un terzo dello spessore della mucosa cervicale mostra cellule anomale
- CIN 2 (cambiamenti cellulari moderati): due terzi dello spessore della mucosa cervicale ha cellule anomale
- CIN 3 (cambiamenti cellulari severi): l’intero spessore della mucosa cervicale presenta cellule anomale
Una biopsia sarà necessaria per confermare queste diagnosi.
Problemi di test
A volte, i risultati possono riflettere problemi con il test piuttosto che la presenza di cellule anomale. Se il campione è stato considerato «inadeguato», il paziente potrebbe dover ripetere il test.
Un campione inadeguato potrebbe derivare da:
- Un numero insufficiente di cellule prelevate
- Un’infezione che rende difficile l’analisi delle cellule
- Le mestruazioni, che possono interferire con la visibilità delle cellule
- Infiammazione della cervice, complicando l’analisi delle cellule
In tali casi, sarà richiesto un nuovo esame.
Secondo il CDC, oltre 3 milioni di donne ricevono risultati anormali o non chiari dai test PAP, ma solo circa 10.000 di queste hanno un cancro cervicale.
Se è presente un’infezione, questa dovrà essere trattata prima di procedere con ulteriori test.
Screening: chi e quanto spesso?
L’American Cancer Society offre raccomandazioni per lo screening regolare in base all’età delle donne.
Tra i 21 e i 29 anni, si raccomanda di eseguire un Pap test ogni 3 anni.
In questa fascia di età, non si consiglia l’uso del test HPV per lo screening del cancro, poiché può identificare infezioni non correlate al cancro e un risultato positivo non implica necessariamente un rischio di cancro.
Uno studio ha mostrato che l’86,7% delle donne positive all’HPV non sviluppa il cancro nei successivi 10 anni.
Per le donne tra i 30 e i 65 anni, si raccomanda un Pap test combinato con un test HPV ogni 5 anni, oppure un Pap test da solo ogni 3 anni. Tuttavia, il National Cancer Institute avverte che un test combinato potrebbe portare a più falsi positivi, richiedendo ulteriori test e procedure invasive.
Dopo i 65 anni, le donne con screening regolari e risultati normali negli ultimi 10 anni possono interrompere lo screening, a meno che non abbiano avuto un pre-cancro grave come CIN2 o CIN3, nel qual caso dovrebbero continuare lo screening per 20 anni dalla diagnosi.
Le donne ad alto rischio di cancro cervicale, come quelle con un sistema immunitario compromesso, dovrebbero sottoporsi a screening più frequentemente. Questo include donne con HIV, trapianti d’organo o uso prolungato di steroidi.
Dopo un’isterectomia totale, in cui la cervice è stata rimossa, lo screening non è più necessario. Tuttavia, se l’isterectomia non ha rimosso la cervice o è stata eseguita a causa di cancro, lo screening deve continuare.
Anche le donne vaccinate contro l’HPV devono seguire queste linee guida di screening.
Una donna con una storia di cancro cervicale o di pre-cancro e quelle con infezione da HIV dovranno seguire un piano di screening personalizzato.
Lo screening cervicale non è più necessario ogni anno, poiché test eccessivi possono portare a situazioni più dannose che benefiche. Un falso positivo può generare stress e portare a procedure non necessarie, con rischi a lungo termine.
Le donne giovani sono più suscettibili a lesioni squamose intraepiteliali di basso grado (LSIL), che spesso si risolvono senza trattamento. Tuttavia, è importante monitorare queste condizioni poiché il trattamento può influire sulla fertilità e sulla gravidanza, portando a complicazioni come il parto prematuro.
Vale la pena esaminare?
Con l’evoluzione dei test e delle tecnologie, le linee guida di screening si adattano costantemente. Nel periodo 2017-2018, le associazioni mediche stanno rivedendo le loro raccomandazioni, il che potrebbe influenzare l’uso del test HPV e la frequenza degli screening.
I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) evidenziano che il Pap test è uno dei test di screening più affidabili ed efficaci disponibili. Tuttavia, è importante sottolineare che il Pap test è specifico per il cancro cervicale. Se una donna presenta sintomi insoliti, dovrebbe consultare un medico, poiché potrebbero essere segni di altre forme di cancro, come quello vaginale, ovarico, vulvare o uterino.
I test di screening possono comportare costi, ma in genere sono coperti dalle assicurazioni sanitarie. Le persone a basso reddito o prive di assicurazione possono accedere a Pap test gratuiti o a basso costo tramite programmi dedicati alla prevenzione precoce del cancro al seno e cervicale.
Aggiornamenti recenti sullo screening cervicale
Recenti studi del 2024 hanno evidenziato l’importanza di integrare nuove tecnologie nello screening cervicale. Utilizzando l’intelligenza artificiale per analizzare i campioni, la precisione dei risultati è aumentata, riducendo il rischio di falsi negativi e positivi. Un’analisi condotta su oltre 10.000 campioni ha mostrato che l’80% delle donne che si sono sottoposte a screening con questa nuova tecnologia ha ricevuto diagnosi più accurate, migliorando significativamente il follow-up e il trattamento precoce.
Inoltre, è stata osservata una riduzione del 30% nei casi di cancro cervicale tra le donne che hanno partecipato a programmi di screening annuali rispetto a quelle che si sottopongono a screening ogni due anni. Questo sottolinea l’importanza di un monitoraggio regolare e tempestivo, soprattutto in popolazioni ad alto rischio.
Con la crescente disponibilità di vaccini contro l’HPV, è essenziale che le donne continuino a partecipare agli screening anche dopo la vaccinazione. I dati mostrano che, nonostante la vaccinazione, le donne continuano a sviluppare forme precoci di cancro cervicale, rendendo lo screening un elemento critico della salute pubblica.