L’uso di esami del sangue per diagnosticare la tubercolosi attiva (TB) è spesso fonte di diagnosi errate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha esortato i paesi a smettere di utilizzare questi test e a optare invece per metodi microbiologici o molecolari più accurati, come raccomandato dall’agenzia stessa.
Questa rappresenta la prima volta che l’OMS emette una raccomandazione politica «negativa» in merito alla tubercolosi, evidenziando così la determinazione dell’organizzazione nel consigliare i governi quando le evidenze dimostrano che una pratica diffusa può causare più danni che benefici.
La nuova raccomandazione politica dell’OMS, pubblicata mercoledì dalla sede di Ginevra, chiarisce che i test commerciali (sierologici) del sangue attualmente disponibili sono inaffidabili e imprecisi. Questi esami cercano di identificare anticorpi o antigeni nel sangue, un compito notoriamente complesso.
In alcuni casi, questi esami non riescono a rilevare gli anticorpi nei pazienti con tubercolosi attiva, restituendo risultati negativi, mentre in altri casi possono erroneamente identificare anticorpi di altre malattie come se fossero anticorpi anti-TBC, risultando quindi in falsi positivi.
L’OMS definisce l’utilizzo di esami del sangue per la diagnosi della tubercolosi attiva come una «cattiva pratica» che porta a diagnosi errate, maltrattamenti e potenziali danni alla salute pubblica.
Il dott. Mario Raviglione, direttore del dipartimento Stop TB dell’OMS, ha dichiarato:
«Nel migliore interesse dei pazienti e degli operatori sanitari, l’OMS richiede la cessazione dell’uso di questi test sierologici per diagnosticare la tubercolosi».
«Un esame del sangue per diagnosticare la tubercolosi attiva è una cattiva pratica, i risultati sono incoerenti e imprecisi, mettendo a rischio la vita dei pazienti», ha aggiunto.
L’agenzia ha sottolineato che questa nuova raccomandazione si applica esclusivamente agli esami del sangue per la tubercolosi attiva. È in corso una revisione degli esami del sangue per la TB inattiva, nota anche come TB latente.
Questa raccomandazione segue un anno di analisi da parte dell’OMS e di esperti globali, che hanno esaminato 94 studi, tra cui 67 relativi alla tubercolosi polmonare. Le evidenze «schiaccianti» emerse da questi studi hanno dimostrato che i prelievi di sangue presentano un livello inaccettabile di falsi positivi e falsi negativi, rispetto ai test raccomandati.
Ad esempio, molti studi hanno evidenziato che i test sierologici commerciali hanno una «bassa sensibilità», producendo risultati negativi in pazienti che avrebbero dovuto risultare positivi. Questo significa che pazienti potenzialmente infetti non ricevono le cure necessarie e corrono il rischio di sviluppare la malattia o, peggio, di morire per tubercolosi non trattata.
Inoltre, è stata riscontrata una «bassa specificità» di questi test commerciali, il che implica che troppi pazienti ricevono risultati positivi che indicano una TB attiva, quando in realtà non ne soffrono. Questo può portare a trattamenti non necessari per una malattia inesistente, mentre pazienti con una malattia grave potrebbero non ricevere la diagnosi e il trattamento adeguati.
Non sono nemmeno test economici: molti pazienti pagano fino a 30 dollari per test, con 18 marchi diversi, per lo più prodotti in Europa e negli Stati Uniti, non approvati da alcun ente regolatorio, e venduti in un mercato globale dove ogni anno si effettuano oltre mille test per la tubercolosi attiva.
La dott.ssa Karin Weyer, coordinatrice del programma di Diagnostica e Rafforzamento dei Laboratori del Dipartimento di TBC, ha spiegato:
«Gli esami del sangue per la tubercolosi sono spesso commercializzati in paesi con meccanismi regolatori deboli, dove gli incentivi discutibili del marketing possono sopraffare il benessere dei pazienti».
«È un business multimilionario incentrato sulla vendita di test inaffidabili», ha aggiunto.
Ogni anno, 1,7 milioni di persone muoiono di tubercolosi, che è il killer numero uno per le persone affette da HIV. Migliorare la diagnosi di TB è una priorità per l’OMS e per la comunità globale impegnata nella lotta contro questa malattia.
I ricercatori sono attualmente al lavoro per sviluppare metodi di test più efficaci, rapidi e precisi, che possano essere facilmente somministrati.
**Nuove Ricerche sulla Diagnosi della Tuberculosi**
Recenti studi hanno evidenziato l’importanza di adottare tecniche diagnostiche innovative. Tecnologie come la PCR (reazione a catena della polimerasi) e il sequenziamento genetico stanno rivoluzionando il modo in cui affrontiamo la diagnosi della tubercolosi. Questi metodi non solo migliorano la sensibilità e la specificità, ma permettono anche di identificare ceppi resistenti ai farmaci, una questione cruciale nella lotta contro la tubercolosi.
In uno studio pubblicato nel 2023, è emerso che l’uso della PCR ha ridotto il tempo necessario per la diagnosi da settimane a poche ore, consentendo un intervento tempestivo e una gestione più efficace dei pazienti. Inoltre, ricerche recenti hanno dimostrato che l’integrazione di test rapidi e strumenti diagnostici avanzati nei sistemi sanitari potrebbe contribuire a ridurre significativamente la mortalità legata alla tubercolosi.
Nel contesto della salute pubblica, è fondamentale investire in programmi di formazione per il personale sanitario, affinché possa utilizzare questi nuovi strumenti con competenza e garantire una diagnosi corretta e tempestiva. La sfida ora è rendere queste tecnologie accessibili a paesi a basso e medio reddito, dove il carico di tubercolosi è più elevato. Solo così potremo sperare di combattere efficacemente questa malattia devastante.