Molti di noi hanno sperimentato la «nebbia del cervello» che si manifesta dopo una brutta notte di sonno. Un nuovo studio, però, rivela che quando si tratta degli effetti della privazione del sonno sulla memoria di lavoro, le donne sembrano avere più difficoltà rispetto agli uomini.
Il termine «memoria di lavoro» si riferisce alla nostra capacità di conservare informazioni per brevi periodi di tempo, utilizzandole nel contempo per prendere decisioni o completare compiti.
Un esempio di memoria di lavoro è l’aggiunta di un contatto al tuo cellulare; memorizzi temporaneamente una serie di numeri mentre li inserisci sullo schermo.
Ricerche precedenti hanno già dimostrato che la memoria di lavoro può essere compromessa dalla mancanza di sonno.
I ricercatori dello studio recente – guidato da Frida Rångtell, dottoranda presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Uppsala in Svezia – hanno cercato di approfondire come una notte di sonno insufficiente influisca sulla memoria di lavoro.
Uno degli obiettivi principali di questo studio era determinare se la privazione del sonno avesse effetti differenti sulla memoria di lavoro di uomini e donne, «[dato] che la regolazione del sonno-veglia e il suo impatto sulle prestazioni cognitive differiscono tra i sessi», afferma il team di ricerca.
Rångtell e colleghi hanno recentemente pubblicato i loro risultati in un articolo.
Un motivo di preoccupazione?
Lo studio ha coinvolto un totale di 24 giovani adulti, di cui 12 uomini e 12 donne. Ogni partecipante ha completato due test di memoria a una settimana di distanza.
Il primo test è stato svolto la mattina dopo una notte di sonno completo – definita come circa 8 ore – mentre il secondo test è avvenuto la mattina seguente a una notte di sonno interrotto.
Il test di memoria richiedeva ai partecipanti di ricordare una sequenza di numeri di otto cifre. Ogni soggetto ha ripetuto il test 16 volte e il team ha calcolato i punteggi medi per stimare le prestazioni della memoria di lavoro.
Con sorpresa dei ricercatori, i risultati hanno mostrato che la mancanza di sonno di una sola notte sembrava non influenzare la memoria di lavoro degli uomini.
Al contrario, le donne che hanno subito una notte di sonno insufficiente hanno mostrato una marcata riduzione nella memoria di lavoro durante i test, anche se non sembravano rendersi conto di tale calo.
Rångtell e il suo team sostengono che questo risultato potrebbe rappresentare una seria preoccupazione per le donne. «La memoria di lavoro è centrale per il funzionamento cognitivo e fondamentale per operare in modo efficiente ed efficace in contesti accademici, professionali e sociali», scrivono nel loro articolo.
«Tenendo presente questo aspetto», aggiungono, «è altamente probabile che un calo delle prestazioni della memoria di lavoro dovuto a una privazione acuta del sonno possa costituire un fattore di rischio per incidenti e errori dannosi».
Come sottolinea Rångtell, le donne potrebbero dover essere più caute nelle loro attività quotidiane dopo una notte di sonno mal riuscito.
«Il nostro studio suggerisce che si dovrebbe prestare particolare attenzione alle giovani donne che affrontano situazioni in cui devono gestire un carico di memoria di lavoro elevato insieme alla mancanza di sonno».
Frida Rångtell
Riflettendo sui limiti dello studio, Rångtell osserva che non è chiaro se la privazione del sonno influisca sulla memoria di lavoro delle donne durante le ore diurne, dato che sono state testate solo al mattino.
Inoltre, i ricercatori non sono stati in grado di determinare se gli effetti della privazione del sonno su altre aree delle funzioni cognitive variano in base al sesso.
Nuove Ricerche e Considerazioni
Recenti studi del 2024 hanno ulteriormente confermato questi risultati, evidenziando che le donne tendono a sperimentare un aumento dei livelli di stress e di ansia in seguito a notti di sonno compromesso, il che può influire negativamente sulla loro performance cognitiva. Secondo una ricerca pubblicata nel «Journal of Sleep Research», è emerso che le donne che soffrono di insonnia hanno il 30% in più di probabilità di riportare difficoltà di concentrazione rispetto agli uomini con la stessa condizione.
In aggiunta, nuove tecniche di neuroimaging hanno mostrato che le donne attivano aree cerebrali diverse rispetto agli uomini durante compiti di memoria di lavoro, suggerendo che le strategie cognitive utilizzate possono variare significativamente. Questo mette in luce la necessità di sviluppare approcci personalizzati per il miglioramento delle funzioni cognitive in base al genere.
Infine, la promozione di abitudini di sonno sane è diventata una priorità non solo per la salute individuale, ma anche per il benessere collettivo. È fondamentale che le donne, in particolare, siano educate sui rischi della privazione del sonno e su come gestire meglio il proprio tempo per garantirsi notti di sonno ristoratore.