Secondo uno studio che ha combinato tre ricerche sulla terapia antivirale per il trattamento dell’herpes genitale, il virus dell’herpes simplex di tipo 2 (HSV-2) può riattivarsi in «episodi di sfondamento» anche quando le dosi di terapia antivirale sono elevate. Questo studio, pubblicato Online First su The Lancet, suggerisce che siano necessarie nuove terapie per prevenire con successo l’ulteriore trasmissione di questa infezione comune, che colpisce una persona su cinque.
L’infezione da HSV-2 si manifesta con ulcere della pelle o delle membrane mucose della bocca, delle labbra o dei genitali. Anche se la maggior parte delle persone non presenta sintomi evidenti, possono comunque liberarsi del virus e trasmetterlo ai partner sessuali.
Il virus HSV-2 si nasconde nel sistema nervoso dell’ospite infetto e può riattivarsi periodicamente. Quando il virus viene riattivato, si sposta lungo il nervo verso la pelle, dove si replica nuovamente causando «spargimento» e nuove piaghe. La raccolta intensiva di secrezione genitale ha dimostrato che gli episodi di spargimento di HSV sono tre volte più frequenti di quanto si pensasse in precedenza.
La Dott.ssa Christine Johnston, della Clinica di Ricerca sulla Virologia dell’Università di Washington a Seattle, insieme al suo team, ha condotto tre studi incrociati in aperto su 113 pazienti. Hanno confrontato i pazienti senza farmaci con quelli a cui era stata somministrata la dose standard di aciclovir 400 mg due volte al giorno.
Altri pazienti hanno ricevuto la dose standard di valaciclovir 500 mg al giorno, mentre alcuni hanno assunto una dose elevata di aciclovir 800 mg tre volte al giorno, e altri ancora hanno ricevuto una dose standard di valaciclovir rispetto a una dose elevata di valaciclovir 1 g tre volte al giorno.
I risultati hanno mostrato che brevi episodi di spargimento subclinico, cioè senza sintomi, persistono con aciclovir e valaciclovir, sia a dosi standard che ad alte dosi. Anche se il calo di HSV è stato ridotto del 50% con le dosi più alte di valaciclovir rispetto alla dose standard, il tasso di incidenze rivoluzionarie è rimasto invariato, con circa 16-20 episodi all’anno.
I ricercatori spiegano:
«La nostra scoperta che il valaciclovir ad alte dosi aumenta la cinetica della clearance virale, ma non l’espansione, supporta l’ipotesi che questi farmaci antivirali non sopprimano il rilascio di virioni nel tratto genitale. Non siamo stati in grado di eliminare o alterare la frequenza degli episodi di spargimento. Gli episodi con valaciclovir ad alte dosi suggeriscono che abbiamo probabilmente raggiunto il massimo beneficio dalla riduzione dello shedding con i farmaci antivirali attualmente disponibili.»
Riassumono le loro conclusioni concludendo che:
«Sebbene la terapia anti-HSV attualmente disponibile avvantaggi i pazienti prevenendo recidive cliniche da HSV, sono necessarie terapie soppressive più potenti, incluse innovazioni nel campo dei farmaci antivirali o dell’immunoterapia, come i vaccini terapeutici, per fornire sostanziali benefici alla salute pubblica, inclusa la prevenzione della trasmissione dell’HSV-2 e dell’HIV-1.»
Un commento collegato del dott. Philippe Van de Perre e del dott. Nicolas Nagot, dell’INSERM U 1058 a Montpellier, Francia, sottolinea che, nonostante lo sviluppo di nuove classi di farmaci antivirali, come gli inibitori dell’helicasi-primasi, è fondamentale garantire una buona copertura e aderenza a lungo termine per prevenire il contagio e la successiva trasmissione di HSV-2.
Spiegano e concludono:
«È improbabile che queste esigenze vengano soddisfatte, poiché circa il 20% della popolazione generale è infetta da HSV-2 negli Stati Uniti e in Europa, e la maggior parte non ha alcun bisogno clinico di terapia antierpetica. Strumenti di controllo alternativi, come le strategie immunoterapeutiche (vaccini terapeutici), sono in fase di sviluppo preclinico, ma sono ostacolati dall’assenza di un adeguato modello animale e dalla mancanza di impegno da parte delle aziende farmaceutiche e del settore pubblico.»
Nuove Prospettive per il Trattamento dell’Herpes Genitale nel 2024
Nel 2024, la ricerca continua a progredire nel campo del trattamento dell’herpes genitale. Studi recenti hanno dimostrato che l’uso di approcci immunologici, come i vaccini terapeutici, potrebbe fornire nuove speranze per i pazienti. Questi vaccini mirano a stimolare una risposta immunitaria più robusta e duratura, riducendo la frequenza delle riattivazioni virali.
Inoltre, una meta-analisi pubblicata di recente ha evidenziato l’efficacia di combinazioni di farmaci antivirali, suggerendo che una terapia combinata può migliorare significativamente il controllo dell’infezione. Si stima che l’uso di regimi terapeutici combinati possa ridurre gli episodi di spargimento fino al 70%, un dato incoraggiante per i pazienti e i professionisti della salute.
La telemedicina si sta rivelando un alleato prezioso nella gestione dell’herpes genitale. I pazienti possono ora accedere facilmente a consulti virtuali, garantendo un monitoraggio continuo e un supporto più accessibile. Questo approccio ha mostrato di aumentare l’aderenza alle terapie e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
In conclusione, mentre la lotta contro l’HSV-2 continua, l’ottimismo per nuovi trattamenti e strategie di prevenzione è palpabile. La comunità scientifica è impegnata a trovare soluzioni innovative per garantire una vita più sana e senza stigma per coloro che convivono con l’herpes genitale.