Trattamento Innovativo della Stenosi Aortica Senza Chirurgia

I pazienti con grave stenosi aortica, una condizione cardiaca potenzialmente fatale, che non sono idonei per un intervento chirurgico tradizionale, potrebbero trarre notevoli vantaggi da un trattamento innovativo che evita la chirurgia a cuore aperto per la sostituzione della valvola aortica. Questo è quanto emerso da uno studio pubblicato nel New England Journal of Medicine (NEJM).

La stenosi aortica rappresenta un restringimento della valvola cardiaca che si trova tra il ventricolo sinistro e l’aorta, ostacolando così il flusso sanguigno verso il corpo. Attualmente si stima che circa 1,5 milioni di americani siano affetti da questa patologia.

Il NEJM ha riportato i risultati della Coorte B del PARTNER Trial, uno studio focalizzato sulla valvola cardiaca transcatetere Edwards SAPIEN, utilizzata per il trattamento della stenosi aortica grave. Edwards Lifesciences Corporation, creatrice della valvola, ha confermato che i risultati dello studio hanno raggiunto con successo gli endpoint primari, che includono mortalità e tassi di ospedalizzazione.

Gli autori dello studio hanno evidenziato:

Nei pazienti con stenosi aortica grave non idonei all’intervento chirurgico, l’impianto transcatetere della valvola aortica (TAVI), rispetto alla terapia standard, ha significativamente ridotto i tassi di mortalità per qualsiasi causa, l’endpoint composito di morte per qualsiasi causa o ospedalizzazione ripetuta, e i sintomi cardiaci, nonostante una maggiore incidenza di ictus e di eventi vascolari.

Tenendo conto di un tasso di mortalità per qualsiasi causa a un anno inferiore di 20 punti percentuali con TAVI rispetto alla terapia standard, si suggerisce che la TAVI espandibile con palloncino dovrebbe diventare il nuovo standard di cura per i pazienti con stenosi aortica non idonei per la chirurgia.

Questa nuova procedura prevede l’impianto di una valvola aortica nel cuore senza la necessità di un intervento chirurgico maggiore. Il chirurgo fissa la valvola di sostituzione a un catetere, che viene poi inserito attraverso i vasi sanguigni fino al cuore, dove la valvola viene posizionata.

Nel corso dello studio, i ricercatori hanno monitorato 358 pazienti con un’età media di 83 anni. La metà di loro ha ricevuto le valvole impiantate tramite la nuova procedura di cateterismo, mentre l’altra metà ha ricevuto altre terapie, come la valvuloplastica aortica con palloncino, senza l’impianto di valvole sostitutive. Lo studio è stato condotto in 21 centri, 17 dei quali situati negli Stati Uniti, e i pazienti sono stati seguiti regolarmente.

Dopo un follow-up di un anno, i risultati hanno rivelato che il 30,7% di coloro che hanno ricevuto la valvola di sostituzione è deceduto, rispetto al 50,7% di quelli che non l’hanno ricevuta.

Entro 30 giorni dall’intervento, è stata osservata una maggiore incidenza di ictus tra coloro che hanno ricevuto la valvola di ricambio rispetto a quelli che non l’hanno ricevuta.

Un anno dopo, tuttavia, non si è registrato alcun deterioramento nella funzionalità della valvola cardiaca, come indicato dagli autori dello studio.

Gli studiosi hanno spiegato:

La stenosi aortica è una malattia subdola, caratterizzata da un lungo periodo di latenza seguito da una rapida progressione dei sintomi, con un conseguente elevato tasso di mortalità. La terapia medica standard non modifica il decorso naturale della stenosi aortica grave.
Michael A. Mussallem, CEO di Edwards Lifesciences, ha commentato:

L’impegno e la collaborazione tra cardiologi interventisti, chirurghi e le loro equipe durante questo rigoroso studio sono stati fonte di ispirazione nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche per i pazienti.

In conclusione, gli autori affermano che l’impianto della valvola cardiaca in pazienti con stenosi aortica grave non idonei per la chirurgia comporta un rischio ridotto di morte, ripetute ospedalizzazioni e sintomi cardiaci, rispetto a chi riceve altre terapie, nonostante un rischio maggiore di ictus dopo 30 giorni.

Il finanziamento dello studio è stato fornito da Edwards Lifesciences Corporation.

Fonte: NEJM, Edwards Lifesciences Corporation.

«Impianto transcatetere aortico-valvolare per stenosi aortica in pazienti non candidati a interventi chirurgici»
Martin B. Leon, MD, Craig R. Smith, MD, Michael Mack, MD, D. Craig Miller, MD, Jeffrey W. Moses, MD, Lars G. Svensson, MD, Ph.D., E. Murat Tuzcu, MD, John G. Webb, MD, Gregory P. Fontana, MD, Raj R. Makkar, MD, David L. Brown, MD, Peter C. Block, MD, Robert A. Guyton, MD, Augusto D. Pichard, MD, Joseph E. Bavaria, MD, Howard C. Herrmann, MD, Pamela C. Douglas, MD, John L. Petersen, MD, Jodi J. Akin, MS, William N. Anderson, Ph.D., Duolao Wang, Ph.D., E. Stuart Pocock, Ph.D. per gli investigatori del trial PARTNER.
NEJM, 22 settembre 2010 (10.1056/NEJMoa1008232)

Scritto da Christian Nordqvist

Prospettive Recenti sul Trattamento della Stenosi Aortica nel 2024

Negli ultimi anni, la ricerca sulla stenosi aortica ha fatto passi da gigante. Nuove tecnologie come il TAVI continuano a evolversi, con l’introduzione di valvole sempre più sofisticate e procedure minimamente invasive che riducono i rischi per i pazienti. Secondo uno studio pubblicato nel 2023, le tecniche di imaging avanzato hanno migliorato la selezione dei pazienti, consentendo ai medici di identificare i candidati ideali per il TAVI con maggiore precisione. Inoltre, recenti dati indicano che il TAVI non solo migliora la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita, con un numero crescente di pazienti che riportano un significativo miglioramento dei sintomi.

In un’analisi condotta su oltre 1.000 pazienti trattati con TAVI, è emerso che il 75% dei partecipanti ha riferito una riduzione dei sintomi entro sei mesi dall’intervento. Questa tendenza suggerisce che l’adozione di TAVI come standard di cura potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione nel trattamento della stenosi aortica.

Inoltre, la comunità scientifica sta esplorando l’uso di stent bioassorbibili e valvole aortiche innovative, che potrebbero ulteriormente migliorare i risultati clinici. La ricerca continua, e con essa la speranza di offrire soluzioni sempre più efficaci e sicure per i pazienti affetti da stenosi aortica.

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