La febbre di Lassa è una malattia virale trasmessa dal ratto multimammico, con sintomi variabili e potenzialmente fatali. È endemica in diversi paesi dell’Africa occidentale, dove si stima ci siano tra 100.000 e 300.000 casi all’anno, con circa 5.000 decessi. Tuttavia, la segnalazione dei casi è spesso inconsistente, rendendo difficile ottenere dati precisi.
In alcune regioni della Liberia e della Sierra Leone, dal 10 al 15% dei ricoveri ospedalieri è attribuibile alla febbre di Lassa, evidenziando un impatto significativo su questi sistemi sanitari. Negli ultimi anni, sono stati registrati casi di febbre di Lassa anche in paesi non endemici come Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti, dimostrando la capacità del virus di diffondersi attraverso viaggiatori.
In questo articolo, analizzeremo approfonditamente le cause, i sintomi, la diagnosi e il trattamento della febbre di Lassa.
Fatti veloci sulla febbre di Lassa
Ecco alcuni punti chiave sulla febbre di Lassa. Maggiori dettagli e informazioni di supporto sono nell’articolo principale.
- La febbre di Lassa causa circa 5.000 morti all’anno.
- La febbre di Lassa viene trasmessa dal ratto multimammico.
- La Sierra Leone, la Liberia, la Guinea e la Nigeria sono le nazioni più colpite.
- I ratti diffondono il virus attraverso le loro feci e l’urina.
- I sintomi della febbre di Lassa sono vari e possono interessare i polmoni, il cuore e il sistema nervoso.
- La diagnosi della febbre di Lassa può risultare difficile a causa della varietà di sintomi.
- Circa il 15-20% dei ricoveri per febbre di Lassa termina in morte.
- Solo il 20% delle infezioni causa sintomi gravi.
- Attualmente non esiste un vaccino disponibile per la febbre di Lassa.
Cos’è la febbre di Lassa?
La febbre di Lassa è stata identificata per la prima volta in Nigeria nel 1969, quando due infermiere missionarie contrassero il virus. Il suo nome deriva dal villaggio di Lassa, dove fu documentata per la prima volta.
Questa infezione virale è principalmente trasmessa dal ratto multimammato, un roditore comune nell’Africa equatoriale e sub-sahariana. La febbre di Lassa è prevalentemente segnalata in Sierra Leone, Liberia, Guinea e Nigeria, ma altre aree limitrofe sono a rischio a causa della presenza di questo roditore.
Quando un ratto si infetta, può espellere il virus nelle urine per il resto della sua vita, facilitando così la diffusione della malattia. Il contatto con urina o feci di ratto è il metodo di trasmissione più comune, ma la febbre di Lassa può anche essere trasmessa attraverso ferite aperte.
Poiché i roditori spesso vivono nelle abitazioni umane, è comune che entrino in contatto con il cibo. In alcuni casi, i ratti possono essere consumati, con conseguente trasmissione della malattia durante la loro preparazione. È importante notare che il contagio può avvenire anche da persona a persona tramite fluidi corporei, ma non attraverso il semplice contatto.
Sintomi
I sintomi di febbre di Lassa compaiono generalmente entro 1-3 settimane dall’infezione. Si stima che l’80% delle infezioni sia lieve e non venga diagnosticato. I sintomi lievi includono malessere generale, mal di testa e febbre leggera.
Nei casi più gravi, che rappresentano circa il 20% delle infezioni, i sintomi possono includere:
- Emorragia: nelle gengive, nel naso, negli occhi o altrove.
- Difficoltà respiratorie.
- Tosse.
- Gonfiore delle vie aeree.
- Mal di stomaco.
- Vomito e diarrea, talvolta emorragici.
- Difficoltà a deglutire.
- Epatite.
- Gonfiore del viso.
- Dolore al petto, alla schiena e all’addome.
- Shock.
- Perdita dell’udito, a volte permanente.
- Alterazioni del ritmo cardiaco.
- Ipertensione o ipotensione.
- Pericardite.
- Tremori.
- Encefalite.
- Meningite.
- Convulsioni.
La morte può verificarsi entro due settimane dall’insorgenza dei sintomi a causa di insufficienza multiorgano. Una delle complicanze più comuni è la sordità, che si verifica in circa un terzo dei casi, e può essere permanente e non necessariamente correlata alla gravità dei sintomi. Le donne nel terzo trimestre di gravidanza hanno tassi di mortalità particolarmente elevati, con una stima del 95% dei feti che muoiono se la madre è infetta.
Diagnosi
La diagnosi di febbre di Lassa può risultare complessa a causa della varietà dei sintomi. Clinicamente, può essere confusa con altre febbri emorragiche virali, come Ebola, malaria e tifo.
I test definitivi per la febbre di Lassa richiedono laboratori specializzati, poiché la manipolazione dei campioni può essere pericolosa. La diagnosi viene generalmente effettuata attraverso saggi sierologici immunoenzimatici (ELISA), che rilevano anticorpi IgM e IgG e antigeni del virus Lassa. La reazione a catena della trascrizione-polimerasi inversa (RT-PCR) è utile nelle fasi iniziali della malattia.
Trattamento
Se prescritta precocemente, la ribavirina, un farmaco antivirale, si è dimostrata efficace contro il virus Lassa, sebbene il suo meccanismo d’azione sia ancora oggetto di discussione. È fondamentale gestire i livelli di liquidi, l’equilibrio elettrolitico, l’ossigenazione e la pressione sanguigna durante il decorso della malattia.
Tuttavia, l’accesso alla ribavirina è limitato nelle aree più colpite e il farmaco presenta potenziali effetti tossici e teratogeni. Attualmente non esistono vaccini profilattici per la febbre di Lassa, ma sono in corso ricerche per lo sviluppo di un vaccino efficace.
Prevenzione
La prevenzione della febbre di Lassa si basa principalmente su pratiche di «igiene della comunità». È fondamentale conservare gli alimenti in contenitori a prova di roditori, mantenere i rifiuti lontano dalle abitazioni e adottare misure per evitare il contatto con i roditori.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre organizzazioni sono attivamente impegnate nell’educazione delle popolazioni a rischio, insegnando l’importanza di evitare il contatto con sangue e fluidi corporei durante la cura di persone malate. Le strutture sanitarie devono seguire protocolli rigorosi di igiene e protezione.
La lotta contro la febbre di Lassa è solo all’inizio; è necessaria ulteriore ricerca per sviluppare trattamenti e soluzioni efficaci.
Sviluppi Recenti sulla Febbre di Lassa
Nel 2024, nuove ricerche hanno messo in luce l’importanza di una sorveglianza epidemiologica più robusta nelle aree endemiche. Studi recenti hanno dimostrato che un intervento precoce e l’accesso a cure mediche possono ridurre significativamente la mortalità associata alla febbre di Lassa. Inoltre, la comunità scientifica sta esplorando modalità di vaccinazione che potrebbero ridurre il rischio di infezione nei soggetti a rischio. È cruciale continuare a monitorare e investigare i focolai, soprattutto in un’epoca in cui la mobilità internazionale è in aumento e i rischi di diffusione del virus aumentano.