Se prendi Tylenol per quattro giorni come indicato, potresti essere a rischio di danni al fegato, secondo un nuovo studio. Tylenol è sul mercato da decenni e, mentre precedenti ricerche avevano suggerito che il danno epatico fosse associato all’idrocodone, questo nuovo studio rivela un rischio diretto legato al solo acetaminofene.
I ricercatori dell’Università della Carolina del Nord, Chapel Hill, sono rimasti sorpresi di scoprire che il danno epatico non era correlato all’oppiaceo, ma piuttosto all’assunzione di acetaminofene, evidenziando un effetto precedentemente non riconosciuto quando assunto come diretto per quattro giorni.
È importante sottolineare che i pazienti che necessitano di Tylenol non dovrebbero interrompere il trattamento senza consultare il proprio medico. La discussione con il proprio specialista è fondamentale prima di prendere decisioni riguardo ai farmaci.
Tylenol è un antidolorifico popolare utilizzato da milioni di persone in tutto il mondo, spesso scelto come alternativa all’aspirina per coloro che temono effetti collaterali gastrointestinali.
Durante lo studio, i ricercatori hanno esaminato l’effetto del Tylenol sui livelli degli enzimi epatici mentre si concentravano sulla tossicità epatica dell’idrocodone. Tuttavia, è emerso che molti partecipanti sani presentavano livelli elevati di enzimi epatici, indicando un potenziale rischio per la salute del fegato.
Il processo iniziale è stato interrotto e un nuovo gruppo di ricerca ha confermato che il Tylenol era la causa dei problemi epatici, come riportato nel Journal of the American Medical Association del 5 luglio.
Il nuovo studio ha coinvolto 145 volontari sani, divisi in tre gruppi: il primo riceveva una combinazione di paracetamolo e oppioidi, il secondo solo paracetamolo, e il terzo un placebo. I partecipanti hanno assunto il farmaco o il placebo per 14 giorni, con il gruppo che assumeva acetaminofene che rispettava il dosaggio massimo raccomandato.
Le misurazioni ALT massime per ciascun gruppo erano le seguenti:
Percentuale di partecipanti con una misurazione ALT massima 3 volte superiore al limite superiore della norma:
– Gruppo placebo – 0%
– Gruppo combinazione paracetamolo/oppioidi – dal 31% al 44%
– Gruppo solo paracetamolo – dal 31% al 44%
Questi risultati indicano chiaramente che è stato l’acetaminofene, non l’oppioide, a causare l’effetto.
Il Dr. Paul Watkins, autore principale dello studio, ha commentato: «È stato così sorprendente che sto conducendo uno studio in corso con 50 persone. Non è incluso nel documento JAMA, ma stiamo verificando i risultati. Continuiamo a trattare i partecipanti e osserviamo che tornano alla normalità, quindi dopo circa un mese, credo che le analisi chimiche del fegato diventeranno normali, anche continuando il trattamento.» Questo suggerisce che le letture degli enzimi epatici potrebbero stabilizzarsi anche con l’uso prolungato di acetaminofene.
È possibile che letture elevate di enzimi epatici non siano indicatori precisi di rischio. Watkins ha aggiunto: «In passato, anormalità degli enzimi epatici hanno indicato ai medici gravi danni al fegato. Tuttavia, la nostra lunga esperienza con il paracetamolo ci porta a chiederci se queste letture siano davvero buoni predittori di danni epatici.»
Molti medici hanno interrotto altri farmaci somministrati insieme al paracetamolo, temendo che potessero causare danni al fegato. Watkins si domanda quanti altri trattamenti, come le statine, siano stati sospesi ingiustamente, mentre il vero colpevole potrebbe essere stato il paracetamolo.
Elevazioni di aminotransferasi negli adulti sani che ricevono 4 grammi di acetaminofene al giorno
Una prova controllata randomizzata
Paul B. Watkins, MD; Neil Kaplowitz, MD; John T. Slattery, PhD; Connie R. Colonese, MS; Salvatore V. Colucci, MS; Paul W. Stewart, PhD; Stephen C. Harris, MD
JAMA. 2006; 296: 87-93.
Collegamento a Abstract.
Scritto da: Christian Nordqvist
Redattore: Notizie mediche oggi.
Nuove Ricerche e Prospettive 2024
Nel 2024, ulteriori studi hanno approfondito la questione della tossicità epatica associata al Tylenol, confermando i risultati precedenti. Un’analisi condotta su un campione più ampio ha rivelato che i pazienti con condizioni preesistenti, come malattie epatiche o consumo di alcol, sono particolarmente vulnerabili agli effetti dannosi del paracetamolo. Le nuove linee guida raccomandano monitoraggi più attenti per questi gruppi a rischio.
Inoltre, è emerso che l’uso concomitante di determinati farmaci, come alcuni antibiotici e antiepilettici, può aumentare il rischio di danni epatici quando associato al Tylenol. Gli esperti consigliano cautela e una revisione regolare della terapia farmacologica nei pazienti in trattamento con acetaminofene.
Statistiche recenti suggeriscono che le ospedalizzazioni per danni epatici correlati al paracetamolo sono aumentate, spingendo le autorità sanitarie a lanciare campagne di sensibilizzazione sull’uso sicuro del farmaco. I medici sono incoraggiati a informare i pazienti sui potenziali rischi e a fornire alternative quando possibile.
Questi sviluppi evidenziano l’importanza di un utilizzo consapevole del Tylenol, sottolineando la necessità di un approccio personalizzato nella gestione del dolore e del rischio epatico.