Mangiare cibi che contengono grassi saturi è stato a lungo considerato un fattore di rischio per l’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, con conseguente incremento del rischio di malattie cardiache. Gli operatori sanitari, quindi, raccomandano frequentemente di seguire una dieta a basso contenuto di grassi saturi per mitigare questo rischio. Tuttavia, un noto scienziato cardiovascolare americano, il Dr. James DiNicolantonio, contesta questa convinzione, affermando che adottare una tale dieta non previene le malattie cardiache né prolunga la vita.
In un editoriale recentemente pubblicato, il Dr. DiNicolantonio sottolinea che la critica al consumo di grassi saturi ha avuto inizio negli anni ’50, quando un ricercatore notò un’associazione tra le calorie derivate dai grassi e la mortalità per malattie cardiache. Tuttavia, il Dr. DiNicolantonio sostiene che i risultati di tale ricerca erano viziati. Egli osserva che l’autore dello studio si basò su dati provenienti soltanto da sei paesi, escludendo deliberatamente informazioni da 16 paesi che non avrebbero supportato la sua teoria.
Il Dr. DiNicolantonio afferma che questi dati ci hanno condotto lungo un sentiero errato in termini di scelte alimentari per decenni. Secondo la sua analisi, la convinzione diffusa secondo cui il grasso saturo incrementi il colesterolo totale – un’idea che egli stesso considera difettosa – ha alimentato l’idea che ciò debba necessariamente aumentare il rischio di malattie cardiache.
In seguito a questi studi, i professionisti della salute hanno cominciato a raccomandare una diminuzione dell’assunzione di grassi saturi, a favore di un aumento dei carboidrati raffinati o dei grassi polinsaturi.
Le Raccomandazioni Dietetiche «Potrebbero Mettere a Rischio la Salute Pubblica»
L’American Heart Association (AHA) consiglia di limitare il consumo di grassi saturi a meno del 7% delle calorie totali giornaliere, corrispondenti a circa 16 g al giorno. Inoltre, suggerisce di sostituire i grassi saturi con grassi monoinsaturi o polinsaturi. Tuttavia, il Dr. DiNicolantonio afferma che non esistono prove sufficienti per dimostrare che la riduzione dell’assunzione di grassi saturi possa effettivamente ridurre il rischio di malattie cardiache. Inoltre, l’assunzione di carboidrati raffinati o di grassi polinsaturi, come l’omega-6, potrebbe addirittura aumentare il rischio di malattie cardiache e altre patologie.
Il Dr. DiNicolantonio evidenzia che il colesterolo LDL (a bassa densità) esiste in due forme: le particelle LDL grandi e galleggianti (pattern A) e le particelle LDL piccole e dense (pattern B). Mentre una dieta povera di grassi può ridurre le LDL nel pattern A, un incremento nell’assunzione di carboidrati raffinati potrebbe portare a un aumento delle LDL nel pattern B, aggravando fattori di rischio per malattie cardiache come obesità e diabete.
In aggiunta, il Dr. DiNicolantonio avverte che sostituire i grassi saturi con grassi polinsaturi omega-6 potrebbe incrementare il rischio di cancro, malattie coronariche e mortalità generale.
Egli afferma: «L’aumento della prevalenza di diabete e obesità negli Stati Uniti è avvenuto in concomitanza con un incremento del consumo di carboidrati raffinati, non con l’aumento dei grassi saturi. Non esistono prove conclusive che una dieta a basso contenuto di grassi abbia effetti positivi sulla salute».
Data la mancanza di evidenze che colleghino il consumo di grassi saturi alle malattie cardiache, il Dr. DiNicolantonio sostiene che un cambiamento nelle attuali raccomandazioni dietetiche sia «assolutamente necessario», poiché potrebbero mettere a rischio la salute pubblica.
Invece di seguire una dieta povera di grassi, il Dr. DiNicolantonio raccomanda di consumare «cibo vero», ovvero alimenti non trasformati. Suggerisce di includere nella propria alimentazione noci, verdure, frutta e carne proveniente da mucche alimentate con erba, evitando quelle che hanno mangiato cereali.
Inoltre, il Dr. DiNicolantonio evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per identificare quali alimenti specifici risultano essere i più salutari. «Attualmente, molti studi in letteratura hanno confrontato diversi livelli di macronutrienti, come ad esempio basso contenuto di carboidrati contro basso contenuto di grassi, ma è ora di approfondire i benefici per la salute di alimenti specifici», ha dichiarato.
Questo non è il primo studio a mettere in discussione il legame tra grassi saturi e salute cardiaca. Lo scorso anno, un cardiologo del Regno Unito ha pubblicato una revisione che affermava che il ruolo del grasso saturo nelle malattie cardiache è un mito. Aseem Malhotra, del Croydon University Hospital nel Regno Unito, ha sottolineato che, da quando il pubblico ha iniziato a seguire le raccomandazioni per ridurre il consumo di grassi saturi, il rischio cardiovascolare è aumentato.
Nuove Evidenze e Ricerca per il Futuro
Negli ultimi anni, studi più recenti hanno iniziato a sfidare la narrativa tradizionale sui grassi saturi. Ricerche pubblicate in riviste di alto impatto hanno mostrato che il grasso saturo, piuttosto che essere universalmente dannoso, potrebbe avere effetti neutri o addirittura benefici in alcune popolazioni, soprattutto se consumato nell’ambito di una dieta equilibrata. In particolare, alcuni studi hanno indicato che il consumo di grassi saturi provenienti da fonti naturali, come l’olio di cocco e il burro, non è associato a un aumento del rischio cardiovascolare, specialmente se accompagnato da una dieta ricca di nutrienti e povera di zuccheri raffinati.
Inoltre, la ricerca continua a esplorare l’importanza del contesto dietetico complessivo piuttosto che concentrarsi su singoli nutrienti. L’adozione di un approccio olistico alla nutrizione, che consideri l’interazione tra vari alimenti e nutrienti, potrebbe fornire un quadro più chiaro sulla salute cardiaca e sul benessere generale. È fondamentale per i professionisti della salute rimanere aggiornati su queste nuove evidenze e adattare le raccomandazioni alimentari di conseguenza, per promuovere un reale miglioramento della salute pubblica.