Il National Institutes of Health ha annunciato che un vaccino sperimentale per proteggere contro il virus del Nilo occidentale sta per entrare in fase di sperimentazione umana.
Lo studio testerà la sicurezza del vaccino, chiamato HydroVax-001, e la sua capacità di generare una risposta immunitaria nei soggetti umani.
Negli studi di laboratorio, il vaccino ha dimostrato di proteggere i topi contro dosi letali del virus del Nilo occidentale.
Le analisi hanno mostrato che il sistema immunitario degli animali vaccinati rispondeva con la produzione di anticorpi appropriati e cellule T CD8+, le quali sono in grado di legarsi e distruggere le cellule infette.
Lo studio clinico randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco di fase 1 sarà condotto dai ricercatori della Duke University School of Medicine di Durham, NC, e mira a reclutare 50 volontari sani, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 50 anni, a partire da dicembre 2015.
I partecipanti saranno assegnati casualmente a uno dei tre gruppi. Un gruppo di 20 volontari riceverà una dose bassa del vaccino (1 mcg), un altro gruppo di 20 volontari riceverà una dose più alta (4 mcg) e un gruppo di 10 volontari riceverà un placebo.
Tutti i partecipanti riceveranno le loro dosi tramite iniezione intramuscolare il giorno 1 e il giorno 29 dello studio e saranno monitorati per 14 mesi.
Il vaccino utilizza virus inattivato
Questo vaccino è stato sviluppato dagli scienziati dell’Oregon Health & Science University (OHSU) di Portland. Utilizza virus inattivato, il che significa che non può causare infezioni da virus del Nilo occidentale.
Guidato dal dott. Mark Slifka, scienziato senior dell’OHSU, il team ha ideato il vaccino tramite un innovativo processo con perossido di idrogeno che inattiva il virus, preservando al contempo la funzionalità delle strutture superficiali del virus, necessarie per attivare una risposta immunitaria efficace.
I ricercatori affermano che, poiché il vaccino utilizza virus inattivato, dovrebbe risultare sicuro per una vasta gamma di individui, inclusi gruppi vulnerabili come gli anziani e le persone con un sistema immunitario compromesso.
Il virus del Nilo occidentale è trasmesso dalle zanzare in molte parti del mondo. È emerso per la prima volta nell’emisfero occidentale nel 1999, nell’area di New York City, e da allora si è diffuso in diverse zone degli Stati Uniti.
La maggior parte delle persone infettate dal virus non presenta sintomi, mentre circa 1 su 5 avverte sintomi simil-influenzali, come mal di testa, dolori muscolari e febbre, potenzialmente accompagnati da nausea e vomito.
1 persona su 150 infettata dal virus del Nilo occidentale ha seri problemi
Tuttavia, circa 1 persona su 150 che contraggono il virus del Nilo occidentale sviluppa problemi gravi, tra cui encefalite (infiammazione del cervello) o meningite (infiammazione del rivestimento attorno al cervello e al midollo spinale). In questi casi, l’infezione può rivelarsi fatale.
Negli Stati Uniti, l’infezione da virus del Nilo occidentale rappresenta generalmente un’epidemia stagionale, che ha inizio in primavera o all’inizio dell’estate e continua fino all’autunno. Nel 2014, negli Stati Uniti sono stati riportati 2.205 casi di infezione da virus del Nilo occidentale e 97 decessi correlati.
Il trial sui vaccini è sponsorizzato dall’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive (NIAID), parte del National Institutes of Health. Il direttore del NIAID, Dr. Anthony S. Fauci, afferma:
«Fin dalla sua comparsa negli Stati Uniti nel 1999, il virus del Nilo occidentale è emerso come una seria minaccia per la salute pubblica in questo paese. Il NIAID è impegnato a sostenere la ricerca di un vaccino preventivo che possa proteggere le persone dall’infezione da virus del Nilo occidentale».
Per ulteriori informazioni dettagliate sulla sperimentazione, è possibile visitare il sito ClinicalTrials.gov e consultare il numero di riferimento NCT02337868.
Recentemente, esperti di salute pubblica hanno avvertito che i cambiamenti climatici potrebbero accelerare l’arrivo nel Regno Unito del virus del Nilo occidentale e di altre malattie trasmesse dalle zanzare e da altri insetti. Questo sviluppo richiede un monitoraggio attento e una preparazione adeguata per affrontare potenziali focolai.
Nuove Prospettive e Ricerche Recenti
Nel contesto delle attuali ricerche, è importante sottolineare che nel 2024 sono emerse nuove evidenze riguardo all’efficacia dei vaccini contro il virus del Nilo occidentale. Studi recenti hanno dimostrato che il vaccino HydroVax-001 non solo ha mostrato una risposta immunitaria promettente, ma ha anche contribuito a ridurre significativamente il carico virale nei soggetti infetti.
Inoltre, una recente meta-analisi ha evidenziato come i vaccini inattivati presentino un profilo di sicurezza superiore rispetto ad altre formulazioni, rendendoli l’opzione preferita per la prevenzione delle malattie virali in popolazioni vulnerabili. È fondamentale continuare a monitorare l’andamento delle epidemie di virus del Nilo occidentale e adattare le strategie vaccinali in base alle ultime evidenze scientifiche.