Nanoparticelle contenenti veleno d’api tossina melittina sono in grado di distruggere il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), mentre lasciano incolumi le cellule circostanti. Questa scoperta è stata riportata dagli scienziati della Scuola di Medicina dell’Università di Washington nel numero di marzo 2013 di Antiviral Therapy.
I ricercatori hanno sottolineato che questo progresso rappresenta un passo significativo verso la creazione di un gel vaginale capace di prevenire la diffusione dell’HIV, il virus responsabile dell’AIDS.
Joshua L. Hood, MD, PhD, un istruttore di ricerca in medicina, ha dichiarato:
«La nostra speranza è che, nei luoghi in cui l’HIV sta dilagando, le persone possano utilizzare questo gel come misura preventiva per fermare l’infezione iniziale».
La Melittina: Un’Arma Potente Contro Virus e Tumori
La melittina è una potente tossina presente nel veleno delle api, in grado di perforare l’involucro protettivo che circonda il virus dell’immunodeficienza umana e altri virus. L’elevata concentrazione di melittina può causare danni significativi.
Samuel A. Wickline, MD, e J. Russell Hornsby, professore di scienze biomediche, hanno dimostrato che le nanoparticelle caricate con melittina non solo possiedono proprietà anti-cancro, ma sono anche capaci di uccidere le cellule tumorali. Il legame tra veleno d’api e terapie antitumorali non è una novità; già nel 2004, scienziati croati avevano riportato nel Journal of the Science of Food and Agriculture che i prodotti a base di miele, incluso il veleno, potrebbero avere applicazioni nel trattamento e nella prevenzione del cancro.
Le cellule normali rimangono intatte: gli scienziati hanno dimostrato che le nanoparticelle caricate con melittina non danneggiano le cellule sane. Sono stati aggiunti paraurti protettivi alla superficie delle nanoparticelle, in modo che, quando entrano in contatto con le cellule normali, le nanoparticelle rimbalzino invece di attaccarsi.
Gli scienziati hanno scoperto che questa potente tossina nel veleno delle api potrebbe avere un ruolo cruciale nella prevenzione della diffusione dell’HIV. Poiché l’HIV è molto più piccolo delle nanoparticelle, riesce a inserirsi tra i paraurti. Quando l’HIV incontra una nanoparticella, passa tra i paraurti e viene a contatto diretto con la superficie rivestita dalla tossina delle api, che lo distrugge.
Hood ha spiegato: «La melittina sulle nanoparticelle si fonde con l’involucro virale, formando piccoli complessi di attacco simili a pori che rompono la busta, disattivando il virus».
A differenza della maggior parte dei farmaci anti-HIV che inibiscono la capacità di replicazione del virus, questo approccio attacca una parte cruciale della sua struttura. Attaccare la capacità di replicazione di un patogeno non impedisce l’insorgere di un’infezione. Alcuni ceppi di HIV hanno trovato modi per eludere i farmaci che inibiscono la replicazione e continuano a riprodursi.
Hood ha aggiunto:
«Stiamo attaccando una proprietà fisica intrinseca dell’HIV. In teoria, non c’è modo per il virus di adattarsi a questo: il virus ha bisogno di un rivestimento protettivo, una membrana a doppio strato che lo circonda».
Le Nanoparticelle di Melittina: Potenziale per Prevenzione e Cura
Hood crede che le nanoparticelle caricate con melittina possano avere il potenziale per due tipi di terapie:
- Un gel vaginale per prevenire la diffusione dell’infezione da HIV;
- Terapia per le infezioni da HIV già esistenti, in particolare quelle resistenti ai farmaci.
In teoria, se le nanoparticelle vengono iniettate nel sangue del paziente, dovrebbero poter liberare il sangue dall’HIV.
Hood ha dichiarato: «La particella di base che stiamo usando in questi esperimenti è stata sviluppata molti anni fa come un prodotto di sangue artificiale. Sebbene inizialmente non abbia funzionato molto bene per fornire ossigeno, circola in modo sicuro nel corpo e ci offre una solida piattaforma che può essere adattata per combattere diversi tipi di infezioni».
La melittina attacca indiscriminatamente le membrane a doppio strato, rendendola un potenziale candidato per terapie farmacologiche che vanno oltre le infezioni da HIV. Virus come l’epatite B e C, tra molti altri, si avvalgono dello stesso tipo di involucro protettivo e potrebbero essere mirati e distrutti attraverso l’uso di nanoparticelle caricate con melittina.
Il gel ha anche il potenziale di influenzare gli spermatozoi, spiegano i ricercatori, rendendolo un possibile farmaco contraccettivo. Tuttavia, lo studio non ha considerato la contraccezione.
Hood ha affermato: «Stiamo esplorando anche questa possibilità per le coppie in cui solo uno dei partner è HIV positivo e desidera avere un bambino. Queste particelle sono molto sicure per gli spermatozoi, per lo stesso motivo per cui sono sicure per le cellule vaginali».
Questo studio è stato condotto su cellule in un contesto di laboratorio. Tuttavia, le nanoparticelle sono facili da produrre e un numero sufficiente di esse potrebbe essere facilmente fornito per futuri studi clinici.
Ricerche Recenti sull’HIV
Negli ultimi anni, gli scienziati hanno fatto progressi significativi nel miglioramento dei trattamenti per l’HIV/AIDS e delle strategie di prevenzione.
Un bambino è stato «funzionalmente guarito» dall’infezione da HIV: ricercatori del Johns Hopkins Children’s Center, dell’Università del Mississippi Medical Center e della University of Massachusetts Medical School hanno riferito che un bambino a cui era stata somministrata la terapia antiretrovirale trenta ore dopo la nascita era «funzionalmente guarito». Una cura funzionale implica che non vi è replicazione virale rilevabile dopo l’interruzione della terapia retrovirale.
Aumentare i trattamenti antiretrovirali anti-HIV comporta costi aggiuntivi: investigatori dell’Università di Harvard, USA, hanno scoperto che potenziare il trattamento antiretrovirale HIV in una remota provincia del Sud Africa (KwaZulu-Natal) riduce il rischio di trasmettere l’HIV ai partner sessuali del 96%.
Scritto da Christian Nordqvist.
Nuove Scoperte e Prospettive Future sull’HIV
Recentemente, è emerso un crescente interesse per l’uso di farmaci già approvati per altre condizioni, che potrebbero rivelarsi efficaci anche contro l’HIV. Studi clinici stanno esaminando l’efficacia di farmaci come l’ivermectina e l’hydroxychloroquine, noti per le loro proprietà antivirali in contesti diversi. Inoltre, la ricerca sulla modifica del genoma, come la tecnica CRISPR, offre nuove possibilità per eliminare il virus da cellule infette, dimostrando risultati promettenti in modelli preclinici.
Inoltre, l’uso di vaccini terapeutici sta guadagnando attenzione. Questi vaccini sono progettati per stimolare una risposta immunitaria nei pazienti già infetti, potenzialmente riducendo la carica virale e migliorando la qualità della vita. Ulteriori ricerche sono necessarie per valutare la sicurezza e l’efficacia di queste nuove strategie di trattamento, ma i risultati iniziali sono incoraggianti.
In conclusione, la lotta contro l’HIV continua a evolversi, con nuove scoperte che offrono speranze concrete per il futuro.